RANDY RHOADS: "CLASSIC" ROCK
A partire dagli anni 80, i chitarristi rock iniziano sempre di più ad allontanarsi dal linguaggio blues,
fatto di bending e pentatoniche, e ad includere nel loro playing anche scale e arpeggi,
portando così la tecnica chitarristica ad un più alto livello.
Quasi 40 anni fa, il mondo della musica piangeva uno dei più talentuosi chitarristi di sempre,
capace di influenzare così tanto i chitarristi rock e metal: Randy Rhoads.
Randy, nella sua breve carriera, è stato tra i primi ad inserire elementi della chitarra classica in ambito rock,
influenzando i futuri chitarristi come Paul Gilbert e Kirk Hammet tra gli altri.
Ha inoltre contribuito, anche se non è catalogabile in questo genere musicale, allo sviluppo di quello che verrà
definito "Rock Neoclassico".
Certamente anche lui deve tanto a chi lo ha preceduto e influenzato:
chitarristi rock come Ritchie Blackmore (Deep Purple), Mick Ronson (David Bowie), ma anche di diverso genere musicale
come Charlie Christian e i grandi chitarristi classici.
GLI INIZI:
Randy cresce in California, dove sua madre è proprietaria di una piccola scuola di musica a North Hollywood,
nella quale insegna anche il piano.
E' proprio lì che, a 7 anni, inizia lo studio della chitarra classica prima ed elettrica poi.
Il ragazzo mette straordinario impegno e inizia presto ad insegnare nella scuola della madre
(un altro insegnante nella scuola, in quel periodo, era George Lynch, mica caxxi).
QUIET RIOT:
a sinistra Randy e a destra Kevin DuBrow
Nel 1975 nascono i Quiet Riot, fondati insieme a Kevin DuBrow e Kelly Garni.
Piccolo aneddoto riguardo al nome della band: pare che Rick Parfitt, chitarrista degli Status Quo, disse a Randy
che per una sua futura band gli sarebbe piaciuto il nome "Quite Right", ma dato il suo accento inglese,
Randy capì "Quiet Riot".
La band si fece notare in tutta Los Angeles diventando una delle più celebri della scena di Hollywood.
Registrerà con il gruppo i primi 2 album, che vennero però pubblicati per il solo mercato giapponese.
E così, insieme a Van Halen, Randy diventa uno dei chitarristi più seguiti del momento.
a sinistra Randy e a destra Eddie Van Halen
LA SVOLTA:
Nel 1979 partecipa ad un audizione per entrare a far parte della band di Ozzy Osbourne che,
lasciati i Black Sabbath, iniziava in quel momento la carriera da solista.
Quel giorno Ozzy, ubriaco marcio, entrò nella stanza d'albergo dove si svolgeva l'audizione.
Randy si stava solo scaldando suonando con un piccolo amplificatore, ma il cantante rimase folgorato
dal suo playing e lo ingaggiò seduta stante.
Randy era incredulo, la sua audizione non era nemmeno cominciata.
Sul palco al fianco di Ozzy
La loro sarà una delle poche collaborazioni così affiatate nell'olimpo della musica rock.
Potremmo citarne poche altre: Van Halen/David Lee Roth (Van Halen), Slash/Axel Rose (Guns 'n Roses),
Joe Perry/Steven Tyler (Aerosmith).
Ascolta l'album su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=JNm6bucMPmY&list=PLBzBwYhHpqLLVvQVUQIM_Hrwa5ctDK2g6
Ozzy spronava sempre Randy ad essere se stesso, e questa totale fiducia contribuì alla vena artistica
del giovane chitarrista.
Il primo disco da solista di Ozzy, "Blizzard of Ozz" del 1980 diventerà una pietra miliare dell'heavy metal
e della musica in generale.
Per questo album Randy compone moltissimo, incluse le tracce più significative, come "Crazy Train",
"I Don't Know", "Mr Crowley", "Revelation (Mother Earth)" e "Suicide Solution"
(sarò forse controcorrente, dicendo che la mia traccia preferita è "Goodbye To Romance").
Gli studi classici si sentono invece nel brano "Dee", dedicato alla madre.
Oltre a consacrare Ozzy come artista solista, l'album contribuirà alla fama di Randy,
che diventa così uno dei più importanti e seguiti chitarristi del momento.
Ascolta l'album su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=UObs94oZRUU&list=PLvsYXqtYjMYf7LzhE33kLH1PSvq7Lu1nw&index=1
Nel 1981 esce il secondo album, "Diary of a Madman", e Randy e Ozzy fanno centro di nuovo.
Nell'album sono incluse, tra le altre, le famose tracce "Over The Mountain", "Flying High Again", "S.A.T.O."
Sfortunatamente non ci sarà un terzo album perché Randy morirà poco tempo dopo la pubblicazione di questo album.
LA TRAGICA MORTE:
Dopo uno show a Knoxville la band partì per la Florida, dove si doveva svolgere un altra data del tour.
Il 19 marzo del 1982 il bus della band aveva qualche problema e così si fermarono a ripararlo a casa di
Jerry Calhoun, musicista country, milionario, e proprietario della compagnia turistica proprietaria del bus.
Il pilota del mezzo Andrew Aycock (che ha una casa nello stesso quartiere), oltre a guidare il bus
è anche un pilota di aereo (nel suo passato qualche problema di condotta in volo, tra l'altro).
Quel giorno riesce a convincere alcuni membri della band a prendere in prestito un aereo del proprietario
di casa per fare un volo con lui.
La band stava dormendo sul bus, l'unico sveglio era Don Airey, il tastierista, che accetta l'invito.
Dopo un volo spericolato tornano a terra.Aycock non ne ha abbastanza e chiede ad altri membri della band
di fare un secondo giro. Rudy Sarzo (bassista) e il tour manager rifiutano l'invito.
Randy e la truccatrice Rachel Youngblood hanno paura di volare, ma il pilota assicura che andrà piano,
e così Randy avrà la possibilità di fare delle bellissime foto.
Lo spavaldo pilota, per impressionare la ragazza probabilmente, puntò verso il bus nel quale Ozzy e il resto
della band dormivano.
Voleva spaventarli sfiorando il bus? Il problema è che non si limitò a farlo due volte, ma ci provò una terza.
Questa volta però, sbaglierà traiettoria, colpisce il bus con l'ala dell'aereo, che si schianta prima contro
un albero e poi contro il garage di Calouhn mandandolo in fiamme. I tre muoiono sul colpo,
e verranno trovati carbonizzati.
Tutto questo grazie ad un folle volo stunt effettuato da un pilota sotto effetto di cocaina.
Dalla autopsia Randy risultò "pulito"(è risaputo che non fosse dipendente da droghe e alcool).
Pensare che la sua vita da rockstar sarebbe ancora durata poco.
Dopo la morte infatti, sia Ozzy che la madre Dee confermeranno che Randy avrebbe da lì a poco lasciato
il mondo del rock per dedicarsi a tempo pieno alla chitarra classica, per ottenere un diploma.
Bonanza F35 1955
GEAR & TONE:
Dopo le prime chitarre elettrica, Harmon e Fender Stratocaster, sul finire degli anni 70.
Randy acquista la Les Paul bianca del '74.
Il modello di casa Gibson rimarrà la sua prima scelta anche in futuro, ma nonostante questo
per alcuni anni suonerà una Flying V Custom (nera a pois), costruita da Karl Sandorval.
Chitarra che, a quanto pare, ha usato per registrare l'album "Blizzard of Ozz".
Nei primi anni '80 passerà alle Jackson Concorde, equipaggiata con pickup Seymour Duncan.
Per quanto riguarda l'amplificatore, Randy usava spesso una Marshall 1959 SuperLead (bianca come da sua richiesta),
una testata da 100W collegata ad una cassa 4x12 Marshall (senza però i "classici" coni Celestion ma con coni Altecs).
Il suo suono, crunch o distorto, ha le frequenze medio-alte molto esagerate.
Marshall 1959 SuperLead RR, la signature uscita nel 2008.
Per quanto riguarda il comparto pedali, Randy usava spesso: il Distortion + della Mxr,
un equalizzatore a 10 bande Mxr che usava come boost,
uno stereo chorus della Mxr,
un flanger Mxr,
pedale del volume di marca Roland,
un pedale Wah della Vox,
e uno Space Echo della Roland.
LO STILE MUSICALE:
Randy è stato più di un pioniere del Metal anni '70 e '80.
Ha saputo fondere la vecchia scuola classica, organizzata e strutturata, con l'improvvisazione.
L'influenza classica si percepisce anche nelle progressioni armoniche.
Possiamo considerarlo quindi uno dei primi chitarristi di Rock Neoclassico.
Aveva una ottima conoscenza delle scale, e fondeva le pentatoniche con la scala minore naturale
e la scala minore armonica.
Usava molto anche gli arpeggi e qualche volta la tecnica del tapping.
Anche se è per la parte solista che divenne celebre, fu anche un grandissimo chitarrista ritmico,
con riff molto personali e unici.
SENZA TEMPO:
Chi mi conosce sa che non amo particolarmente i Black Sabbath, nè tantomeno il rock in stile Ozzy.
Nonostante questo, vi consiglio di ascoltare attentamente questo chitarrista, che rappresenta ancora
un punto di riferimento, non solo per noi chitarristi, ma per tutti i veri appassionati di musica rock.
Questo articolo è stato scritto ispirandomi ad un vecchio articolo del magazine "Guitar Interactive" del 2017
