TRA STORIA E LEGGENDA - Cliff Gallup, The Godfather of Rockabilly Guitar

Cliff Gallup, The Godfather of Rockabilly Guitar

5 mesi e mezzo.
In soli 5 mesi e mezzo del 1956 il mondo della musica è stato letteralmente "ribaltato" dalle 35 tracce registrate da Gene Vincent And His Blue Caps .
In quel gruppo, alla chitarra solista, l'ancora sconosciuto Cliff Gallup.
Sconosciuto non lo sarà più, dato che in futuro sarà d'ispirazione a gruppi come Beatles e a grandi chitarristi come Jeff Beck e Jimmy Page, giusto per citarne alcuni.

Negli anni '50 il Rhythm & Blues si afferma come scena musicale fresca e alla moda.
Il genere R&B è contaminato da Blues, Jazz, Swing, è carico di energia e si afferma presto nelle classifiche pop di allora.
Come se non bastasse, nei primi anni del decennio si affermano anche alcuni artisti country,
come Hank Williams e Merle Travis.
Ed eccoci al 1956, anno dell'ascesa di Elvis Presley, che sarà presto incoronato Re del Rock 'n Roll, mentre Cliff Gallup fa il suo esordio un po' nell'ombra.

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Gli inizi:
Cliff nasce il 17 giugno 1930 a Norfolk, Virginia. Non sappiamo molto della sua infanzia ma è certo che si è avvicinato alla musica molto presto, e da teenager già calcava i palchi delle sale da ballo con la sua band dell'epoca, "The Virginians".
Vincent Eugene Craddock nasce nel 1935 a Norfolk, come Cliff.
Lascia la scuola a 17 anni per arruolarsi nella Marina Militare Statunitense.
Esperienza che finì poco dopo, a causa di un incidente in moto che lo lasciò zoppo dalla gamba sinistra, con dolori che lo accompagneranno per il resto della sua vita.
Tornato a casa, decide di dedicarsi alla musica.

Con la pubblicazione di "Heartbreak Hotel" di Elvis, con cui il Re riscosse un ineguagliabile successo, le etichette discografiche cavalcarono l'onda, mettendosi alla ricerca di qualsiasi artista che potesse, anche solo vagamente, ricordare Presley.
William Duchette (in arte Sheriff Tex Davis), un DJ locale, decide di fare da manager ad un giovane Vincent, ascoltato dal vivo in un talent show a Norfolk.
Il manager decide che il suo nome d'arte sarà Gene Vincent, e sarà a capo di una band formata da musicisti locali, chiamata "Gene Vincent And His Blue Caps" (i soldati della Marina, vengono chiamati "berretti blu").
La band agli esordi:
Gene Vincent - Chitarra Ritmica e Voce
Cliff Gallup - Chitarra solista
Willie Williams - Chitarra Ritmica
Jack Neal - Contrabbasso
Dickie Harrell - Batteria

Il primo contratto discografico:
Il manager del gruppo non perse tempo, facendo firmare la band con la Capitol Records, il 4 Maggio 1956. La prima canzone registrata in studio fu "Race with The Devil", che però non convinse per niente Ken Nelson, il produttore, che dopo un paio di take già era pronto a sostituire il gruppo con altri musicisti locali. 

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( Ascolta il brano  "Race with The Devil" https://www.youtube.com/watch?v=E3gxQ1tetAQ )

Che sia stato un brano di successo o meno, possiamo apprezzare lo stile unico di Cliff alla chitarra solista.
Per avere soli 25 anni il suo fraseggio dimostra molta "maturità":
è innegabile l'influenza che ha avuto in lui la musica di Chet Atkins, Scotty Moore e Charlie Christian, ma il suo stile rimane comunque unico.
L'accordo di 6/9 (preso in prestito dalle Big Band?), lo swing rilassato nelle sue frasi in ottavi, i doublestops diventeranno i "fondamentali" della chitarra Rock 'n Roll.
La chitarra che sentite nella registrazione è una Gretsch 6128 Duo Jet, una semi-acustica (anche se dall'aspetto sembra una solid body), equipaggiata con pickup single coil DeArmond DynaSonic e l'immancabile ponte Bigsby con leva del tremolo. Questa chitarra, con cui si può spiazzare tra Jazz, Rock 'n Roll e Country, fu successivamente usata da George Harrison dei Beatles nell'album del loro debutto "Please Please Me", del 1963.

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A quell'epoca si badava "solo" a cercare la migliore accoppiata ampli-chitarra, e Cliff aveva trovato il suono che cercava nello Standel 25L15, un amplificatore valvolare da 26W con cono da 15 pollici, tra i preferiti anche da Chet Atkins.

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Effetti non se ne usavano molti all'epoca ed è ancora così per quanto riguarda la chitarra Rock 'n Roll e Rockabilly. L'unico effetto usato in questo stile era ed è tuttora un Tape Delay, ovvero un effetto di ritardo a nastro. L'effetto che si ottiene è una ripetizione molto "corta" chiamata Slapback Delay. Questo effetto veniva usato più che altro in studio di registrazione, ma Cliff aveva trovato il sistema di collegarlo all'amplificatore, potendo così usarlo anche dal vivo.

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Buona la... seconda:
Come già detto il primo brano registrato in studio, "Race with The Devil", venne accantonato perchè non convinceva Ken Nelson, che non era per niente entusiasmato da quel gruppo.
Il produttore dovette ricredersi con la seconda incisione della session: 
l'immortale Be-Bop-A-Lula, un semplicissimo Blues di 12 misure (con una melodia simile a quella di "Heartbreak Hotel", che stava avendo un successo clamoroso), che presto divenne cavallo di battaglia e pezzo più venduto nella carriera di Gene Vincent. 
In meno di un anno, il disco vendette infatti oltre 2 milioni di copie (una di queste acquistata da un ragazzo di Liverpool, un tale di nome Paul McCartney). 
Il brano ispirò molti altri musicisti, come dichiarato dagli stessi artisti in varie occasioni:
John Lennon, Jeff Beck, Jimmy Page e Eric Clapton.
Nonostante la scartata "Race with The Devil" e "Blue Jean Bop" ebbero buone vendite, il gruppo non riuscì più a replicare un successo come quello ottenuto con "Be-Bop-A-Lula".
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(Ascolta  il brano "Be-Bop-A-Lula"  https://www.youtube.com/watch?v=sQL_Bv8nbDo)

In questo brano sentiamo Cliff esprimere tutto il suo stile in due assoli, con frasi semplici ma perfette, fatti di double stop, terzine, bending (di un semitono, forse perchè le corde dell'epoca erano un po' durette...) e drop di un semitono ottenuti con la leva del Bigsby.
Le sue frasi non sono solo belle all'ascolto, ma si adattano perfettamente alla canzone e alla melodia cantata da Vincent.
Un chitarrista, e la sua band, non potrebbero volere di più: 
le fantastiche idee melodiche, la padronanza dell'aspetto ritmico, il saper suonare la cosa giusta al momento giusto.
Bisogna sottolineare che Cliff usava la plettrata ibrida (Hybrid Picking) che consiste nel suonare, oltre che con il plettro (tenuto tra pollice e indice) con due fingerpicks di metallo, indossati nel dito medio e nell'anulare. Usava il plettro per le frasi più veloci e questa combinazione plettro-dita quando voleva arpeggiare gli accordi, nello stile Country dei suo idoli Les Paul, Chet Atkins e Scotty Moore. 
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A Family Man:
Cliff, più vecchio di 5 anni rispetto agli altri membri della band, non era molto incline alla vita Rock 'n Roll, odiava andare in tour, per non parlare delle "buffonate" da palco nelle quali la band cercava di coinvolgerlo. Anche se all'epoca aveva solo 26 anni, era già sposato e gli mancava immensamente casa.
Fu per questo motivo che, nel 1956, decise di mettere fine a quel tipo di vita (che molti di noi sognano), per tornare a casa dalla sua famiglia.
Le sue ultime parole di congedo pronunciate a Vincent furono:
"If you think I’m gonna get down on the floor, you’re crazy!”
("Se credi che finirò col cadere sul pavimento, sei pazzo!")
Successivamente tornò comunque in studio per registrare con Gene e i Blue Caps.
Ken Nelson e la Capitol gli proposero di continuare da solista, ma Cliff rifiutò.
Scelse un altra vita, fatta di tranquillità e di un lavoro "normale" (era direttore della manutenzione e dei trasporti in una scuola a Norfolk, suo paese natale), e qualche concerto nei locali della zona nei weekend.
Non si è mai pentito di aver abbandonato la strada che probabilmente lo avrebbe portato alle ricchezze e al successo.

Back to the Studio:
Nella metà degli anni '60 tornerà ancora una volta in studio. 
Questa volta però è il leader del suo gruppo: The Four C's.
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Il loro è uno stile contaminato da molti generi musicali, e Cliff dimostra di essere molto di più del chitarrista Rock 'n Roll di una volta. Nell'album suonerà infatti anche gli standard Jazz "The Girl From Ipanema""September In The Rain", oltre a una versione strumentale di "Be-Bop-A-Lula".
In questa sessione di registrazione, il suo modo di suonare è più riflessivo, dolce e ancora più maturo rispetto al passato.
La chitarra usata in questo disco non è più la Duo Jet, ma la Gretsch Country Gentleman.
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Anche se non fu più la sua occupazione professionale, non abbandonerà mai la chitarra e la musica, fino all'attacco di cuore che lo uccise a soli 58 anni, nel 1988.
Come richiesto da sua moglie, nel manifesto funebre non fu menzionato il suo passato con i Blue Caps.

Una fonte d'ispirazione per tutti:
Si resta sorpresi, paragonando le sue dote tecniche con quelle degli altri chitarristi Rock 'n Roll dell'epoca. Nonostante la giovanissima età, Cliff riusciva, con le sue frasi, a fondere Jazz, Blues e Country, con una padronanza tecnica ineguagliabile negli anni '50.
Diventerà un punto di riferimento per tutti i chitarristi del futuro, Brian Setzer, Darrell Highamoltre a quelli già citati.
Jeff Beck gli dedicherà il disco "Crazy Legs" del 1993, nel quale dimostra di aver preso ispirazione da Gallup, nota per nota. A tal proposito dichiarerà in un intervista:
"Quando stavo imparando a suonare la chitarra, Cliff Gallup fu la mia maggiore fonte d'ispirazione, qualcosa di profondo che non mi ha più lasciato. I suoi assoli sono incredibilmente belli per come sono concepiti. Hanno una parte iniziale, una di mezzo e una finale, che li rendono dei veri e propri piccoli miracoli."
Che si tratti di ascoltare i suoi assolo energici in brani come "Pink Thunderbird" e "Cruisin", oppure brani suonati in chord melody come "Up A Lazy River" e  "Peg O’ My Heart", è impossibile non capire il perchè questo chitarrista continui ad essere punto di riferimento per i chitarristi di oggi, qualunque sia il loro genere musicale.
Questo eroe delle sei corde ci ha fatto capire che non esistono i confini nella musica, che si possono mischiare Jazz, Blues, Rock, Country, e che conta solo il "tocco", il suono e la sensibilità del musicista.
 
Ascolta la playlist con i brani citati nell'articolo: 

questo post è stato riassunto e  tradotto da un articolo scritto da Danny Ilett e pubblicato nel maggio 2014 dalla rivista inglese "Guitarist"